Il 20 novembre 2019 è venuto a farci visita il nostro vescovo don Gianpiero Palmieri, una serata speciale e memorabile, toccante e riflessiva!
Abbiamo iniziato, come è solito fare, con un brano della Bibbia con il quale abbiamo introdotto il discorso degli idoli, un argomento molto vicino a noi ragazzi ma anche a molti adulti. Ci siamo chiesti cosa fosse un idolo e a pensarci bene nessuno si è mai posto questa domanda seriamente. Un idolo è sempre stato considerato un “modello da seguire” ed effettivamente è così, ma “il don” ci ha aperto gli occhi con una semplice frase: “Un idolo ci rende schiavi!” . Gli idoli rubano la nostra libertà, perché? Semplicemente perché ci costringono, metaforicamente, ad essere come loro. Anzi, molti ragazzi sono convinti che sia giusto seguire determinate persone, perché hanno successo, perché sono qualcuno. Ma per essere qualcuno non bisogna diventare la fotocopia di qualcun altro. Per essere qualcuno bisogna credere in se stessi, rimboccarsi le maniche e lavorare duro per raggiungere i propri sogni.
Il Vescovo ci ha presentato un esempio, molto rigido e terrificante al tempo stesso. Un boss mafioso che ha tolto libertà, dignità ed educazione a ragazzi e ragazze, che gli ha divorati dall’interno nel tentativo di eliminare da loro tutto ciò che di buono vi era.
“Un ragazzo, in una parrocchia” ha raccontato il vescovo “mentre facevo questo discorso, ed ho pronunciato il nome di questo boss, ad alta voce ha annunciato – “Ahhhh, Zio Roby…” Questa frase ha sconvolto un po’ tutti noi e ci ha aperto anche gli occhi, ci ha fatto capire quanto ragazzi, piccoli o della nostra età, possano essere ingenui.
Il discorso dell’idolatrare una persona o una cosa, come nel caso del brano, il popolo che idolatrava una statua identificata come Dio, può essere un discorso banale e insignificante ma che può volgere ad essere un problema davvero importante e, purtroppo, mondiale.
Ogni ragazzo, ogni bambino ha il proprio idolo, il proprio sogno ed una figura presa d’esempio, ognuno di noi, in cuor proprio, desidera di essere qualcuno, desidera lasciare un’impronta importante in questo mondo, ma ciò che don Gianpiero vuole farci capire è che siamo tutti in grado di diventare qualcuno, senza la necessita di seguire o copiare un’altra persona, perché dal prendere ispirazione al copiare, la linea è molto sottile e spesso le cose possono essere confuse. Non abbiamo bisogno di nessun idolo, perché la bellezza, la forza, la realizzazione stanno nell’essere noi stessi e non nel riuscire ad essere come qualcun altro.
Miriana
